A cosa serve il Green Pass?
Green pass, firmato il regolamento a Bruxelles
Ora è davvero tutto pronto per l’introduzione in Europa del Digital Green Certificate. I presidenti delle istituzioni Ue (David Sassoli per il Parlamento, Ursula von der Leyen per la Commissione e Antonio Costa per il Consiglio Ue) hanno appena firmato a Bruxelles il regolamento che istituisce il pass dal 1° luglio. Da quella data, come anticipato, si potrà tornare a viaggiare liberamente nel vecchio continente, senza più il rischio di dover sottoporsi a regimi di quarantena.
Il certificato verde, anticipato in Italia da un sistema simile per i movimenti tra le aree a rischio, consente gli spostamenti, non solo ai vaccinati, ma anche a chi è guarito dal Covid o risulta negativo al tampone.
Il pass, riferisce Il Corriere della Sera, sarà gratuito e disponibile in tutte le lingue della Ue, in formato digitale e cartaceo. Il documento sarà sicuro, con un codice QR firmato elettronicamente e imporrà agli Stati membri di astenersi dall’introdurre ulteriori restrizioni di viaggio ai titolari di un certificato digitale Ue, a meno che non siano necessarie e proporzionate per tutelare la salute pubblica.
Gli Stati che hanno già adottato propri green pass hanno 6 settimane di tempo per renderli compatibili con il modello Ue. Tutti i dati confluiranno nel Gateway, piattaforma informatica Ue resa operativo da inizio giugno e che fornisce le chiavi digitali.
PER I VACCINATI. I Paesi membri potranno decidere se il pass sarà valido già dopo la prima dose e potranno valutare se accettare altri vaccini, autorizzati a livello nazionale e non a livello Ue, come il russo Sputnik in Ungheria.
PER CHI È GUARITO. Niente quarantena e tampone per i sei mesi successivi al test che ha attestato la positività al Covid. Il green pass viene rilasciato comunque undici giorni dopo tale test, ovvero quando non si è più contagiosi.
NEGATIVI AL COVID. Chi non è vaccinato né guarito deve sottoporsi a un tampone (non sono validi i i fai-da-te), che se negativo dà diritto a un pass a tempo, la cui durata varia da Paese a Paese, ma che a livello comunitario è stato individuato in 72 ore per i Pcr o molecolari, di 48 ore per quelli rapidi antigenici. Libertà a ogni Stato di accettare o meno quelli rapidi, considerati meno attendibili. La Commissione ha stanziato 100 milioni di euro per aiutare gli Stati a dotarsi di test rapidi e abbassarne il prezzo.
«In questo giorno, 36 anni fa, veniva firmato l’accordo di Schengen. Cinque Stati membri all’epoca decisero di aprire reciprocamente le proprie frontiere. Questo è stato l’inizio di quello che oggi è per molti uno dei più grandi successi dell’Europa: la possibilità di viaggiare liberamente all’interno della nostra Unione», ha commentato la presidente della Commissione Ue von der Leyen.